Competitive Data ha completato l’analisi dei bilanci delle società di capitali appartenenti al settore della Cybersecurity per il triennio 2021-2023, con le previsioni fino al 2028.
FATTURATI IN CRESCITA
I ricavi totali delle prime 304 aziende di Cybersecurity sono stati pari a 42,4 miliardi di euro nel 2023, in crescita del +8,4% rispetto al 2022. Tuttavia per oltre il 70% del campione le attività afferenti la cyber sicurezza sono solo un segmento di business all’interno della più ampia categoria dei servizi ICT.
Il valore del solo mercato della Cybersecurity è stimato in circa 1,8 miliardi di euro nel 2023 (+12,4%), ed è previsto superare i 2,0 miliardi di euro nel 2024.
La crescita maggiore la fanno registrare le aziende appartenenti al cluster con ricavi superiori ai 50 milioni di euro, registrando una performance del +8,7% nel 2023, seguite dalle aziende con ricavi compresi tra 10-50 milioni di euro che crescono del +5,6%, ed infine le aziende con ricavi inferiori ai 10 milioni di euro che si attestano al +2,8%.
GLI INDICI DI REDDITIVITA’
Aggregando i bilanci delle aziende che realizzano nel settore della Cybersecurity una quota superiore al 50% dei ricavi si ottiene il bilancio somma settoriale, dal quale vengono calcolati i valori medi di riferimento con cui confrontare le performance aziendali.- Il ROE, Return on Equity, è il rapporto tra Utile e Patrimonio netto e rappresenta la redditività per i soci. Il ROE medio passa dal 5,3% del 2022 al 10,2% del 2023.
- Il ROI, Return on Investment, è il Risultato operativo (ottenuto sottraendo dai ricavi tutti i costi operativi) sul Capitale investito netto (cioè l’attivo di Stato Patrimoniale al netto dei fondi di rettifica). Il ROI medio passa dal 14% del 2022 al 18,5% del 2023.
- Il ROS, Return on Sales, è il rapporto tra il risultato operativo e i ricavi e rappresenta il margine operativo sulle vendite. Il ROS passa dal 6,1% del 2022 al 4,7% del 2023.
RISCHIO FINANZIARIO
Il Leverage, detto anche rapporto di indebitamento, migliora leggermente nel 2023, passando da un valore di 3,14 nel 2022 a 2,75 nel 2023.
LE PREVISIONI PER IL PERIODO 2024-2028
L’impatto che sul settore della Cybersecurity possono avere le variabili sociali, economiche, competitive, politiche, climatiche, tecnologiche, energetiche, generano una differenza di 147 milioni di euro al 2028 tra lo scenario base e lo scenario peggiore, ma in entrambi i casi assisteremo ad una progressione della crescita, favorita da:
- aumento delle minacce informatiche: nel solo 2024 si sono verificati oltre 3.541 incidenti cyber gravi di dominio pubblico a livello globale, di cui circa il 10% in Italia. Il 73% delle grandi imprese italiane ha subito almeno un attacco nel 2024 (Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano);
- crescente consapevolezza e priorità aziendale: le aziende italiane sono sempre più consapevoli che la sicurezza non è un mero costo, ma un investimento strategico per garantire continuità operativa e reputazione aziendale . La cybersecurity sta diventando una priorità di investimento nel digitale per il 57% delle grandi organizzazioni nel 2025;
- evoluzione normativa: l’introduzione e l’applicazione di normative come la Direttiva NIS2, il DORA (per le istituzioni finanziarie), il Cyber Resilience Act, e la legge 90/2024, spingono le organizzazioni ad adeguare i propri standard di sicurezza e protezione dei dati. In particolare la NIS2 sta portando a una crescita superiore alla media in comparti come Logistica e Trasporti (+25%) e Servizi (+24%), oltre a Finanza e Pubblica Amministrazione;
- fondi PNRR: le risorse pubbliche, inclusi i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sono destinate a progetti di digitalizzazione del Paese, con una forte attenzione alla sicurezza IT;
- trasformazione digitale: la crescente adozione di tecnologie come il cloud computing, l’IoT e l’Intelligenza Artificiale espone le aziende a nuove vulnerabilità e rende necessaria una maggiore protezione.
Un discorso a parte merita l’Ebitda, che tra il 2025 e il 2027 risentirebbe di un divario maggiore rispetto all’andamento dei ricavi nel caso di scenario peggiore.
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- il bilancio medio settoriale nell'ultimo triennio: calcolato aggregando le aziende con una percentuale di specializzazione nel settore superiore o uguale al 50% del fatturato totale, con fatturato significativo, e attive in tutti gli esercizi considerati;
- il bilancio medio delle aziende Top Performer nell'ultimo triennio: calcolato estrapolando e aggregando dal bilancio somma di settore un sotto-campione di aziende accomunate da indicatori di redditività più che soddisfacenti;
- gli indicatori medi settoriali per regione;
- il ranking delle prime 304 per 31 indicatori economici e finanziari nell'ultimo triennio: ROA, ROI, ROS, ROE, Ebitda, Ebitda margin, indice di liquidita’, margine di disponibilita’, indice di indebitamento a breve termine e lungo termine, rapporto d’indebitamento, copertura delle immobilizzazioni finanziarie, indice di indipendenza finanziaria, debt/equity, debt/ebitda, margine di tesoreria, margine di struttura, capitale circolante netto, indicatori della gestione corrente, rotazione capitale investito, rotazione capitale circolante lordo, giacenza media delle scorte, durata media dei crediti, durata media dei debiti, indicatori di produttivita’, ricavi netti, ricavi pro-capite, valore aggiunto pro-capite, costo del lavoro pro-capite. Nel ranking le aziende vengono messe a confronto anche con la media settoriale ed i top performer per ciascun indice, per avere una vista immediata di chi ottiene le performance migliori per ciascun indice;
- il bilancio riclassificato di ciascuna azienda nell'ultimo triennio, con 31 indicatori economici e finanziari: la riclassificazione dei bilanci, ufficialmente depositati presso le camere di commercio di competenza e di pubblico dominio, avviene secondo la disciplina e le consuetudini comunemente accettate dal mondo accademico e professionale in materia di principi contabili;
- le previsioni delle principali voci del conto economico nei cinque anni successivi per lo scenario base e lo scenario peggiore. I due scenari differiscono in base all'impatto delle variabili sociali, economiche, competitive, politiche, legislative, climatiche, sanitarie, energetiche;
- i trend che stanno avendo un impatto sul business, sui canali di vendita, sui segmenti di mercato;
- individuazione di segmenti, nicchie, mercati in crescita. Analisi delle minacce e delle opportunità.